La Terra si formò circa 4,6 miliardi di anni fa, quando una
massa di polveri e gas vaganti nello spazio della nostra galassia cominciò a contrarsi
e a raffreddarsi. La (parte) centrale diede origine al Protosole, mentre tutti
gli altri residui si agglomerarono tra loro creando i vari pianeti della
galassia, tra cui la Terra stessa. Le
rocce più antiche sulla Terra hanno dai 3,8 ai 4,2 miliardi di anni; tuttavia,
mediante le datazioni radiometriche, il nostro sistema solare avrebbe
"soltanto" 4560 milioni di anni e i meteoriti più antichi circa 4559
millioni di anni. Attualmente si pensa che la Terra si sia formata mediante
l'unione disordinata di vari oggetti che colpivano la sua superficie. Con
questa ipotesi si può anche spiegare la formazione della Luna la quale, secondo
gli scienziati, sarebbe stata creata da un impatto gigantesco del nostro
pianeta con un corpo celeste poco più grande di Marte (quest'ultimo vanta circa
6800 km di diametro). Frammenti provenienti sia dal corpo sia dalla Terra
furono scagliati nello spazio, dove si aggregarono dando vita al nostro
satellite; questa ipotesi è stata confermata anche grazie alla datazione delle
rocce lunari (4,47 miliardi di anni). In seguito, una pioggia continua di
planetesimi, (oggetti rocciosi primordiali che colpivano la Terra entrando
nella sua orbita) urtò la superficie dei vari corpi celesti fino a 3800 milioni
di anni fa, eliminando la crosta primitiva della Terra e creando i vari crateri
della Luna, di Mercurio, di Marte. La Terra, a causa dei numerosi impatti,
aumentò di dimensioni pian piano e cominciò a surriscaldarsi mediante tre
principali fenomeni:
1.
l'energia cinetica rilasciata dagli impatti dei
planetesimi sulla superficie terrestre si convertì in energia termica, che in
parte venne dispersa nello spazio. In alcune zone gli impatti erano talmente
frequenti da "seppellire" completamente sottoterra l'energia venutasi
a creare;
2.
L'aumento della pressione all'interno del
pianeta, dovuto al continuo accumulo di materiali nelle zone esterne e alla
scarsa conduttività delle rocce, generò ulteriore calore;
3.
La radioattività degli elementi naturali, i
quali erano presenti sulla Terra in quantità maggiore di circa quindici volte
rispetto ad oggi, trasmettevano calore ai materiali circostanti mediante
l'energia cinetica delle particelle che rilasciavano.
Si è calcolato che tutti questi elementi abbiano portato ad
una temperatura interna di circa 1000°C.
Dopo un periodo compreso tra i 300 milioni e il miliardo di
anni, a causa della disintegrazione radioattiva, la temperatura interna aumentò
progressivamente fino a raggiungere nelle zone più interne la temperatura di
fusione del ferro il quale, a causa della sua elevata densità, sprofondò
"colando" verso il centro
della Terra e trascinando con se vari materiali più leggeri. Questo fenomeno
viene definito dagli scienziati "catastrofe del ferro". Questo
evento, tuttavia, provocò la stratificazione della Terra e la creazione di un
nucleo liquido e un conseguente aumento della temperatura di altri 2000°C. Nel
pianeta, ormai in gran parte allo stato fuso, si venne a creare una
differenziazione gravitativa che permise ai materiali più leggeri di migrare
verso l'esterno e di formare la crosta terrestre.
Riguardo all'atmosfera, le collisioni cancellarono di sicuro
l'eventuale atmosfera primordiale venutasi a creare nel frattempo. Dai dati in
possesso si ipotizza che i materiali volatili si crearono dal degassamento
delle rocce contenute nel mantello, ossia la zona intermedia tra crosta e
nucleo, tra 4000 e 3500 milioni di anni fa. Secondo le teorie degli scienziati,
i planetesimi che formarono la terra contenevano ghiaccio, acqua e altre
sostanze. L'acqua migrò verso l'esterno sotto forma di vapore acqueo durante la
fusione parziale del pianeta; l'atmosfera primordiale venne a crearsi grazie ai
gas rilasciati dalle continue eruzioni vulcaniche ossia azoto, diossido di
carbonio e idrogeno (questo si disperse nello spazio).
Infine, si ipotizza che la crosta terrestre si sia originata
mediante la lava proveniente dalle continue eruzioni vulcaniche a cui seguivano
rifusioni delle rocce consolidate e, anche grazie all'azione degli agenti
atmosferici, si venne a formare il primo strato di regolite.
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