La celiachia, dal greco koilía, addome, è una malattia
autoimmune(il sistema immunitario della persona non funziona adeguatamente) dell'intestino
tenue, che si verifica in individui di tutte le età e
geneticamente predisposti.
La
celiachia è causata da una reazione alla gliadina,
una proteina del glutine presente in grano, orzo, segale, avena, farro, spelta, kamut, triticale e monococco. Questa proteina causa una reazione
infiammatoria che porta ad un troncamento dei villi che rivestono l'intestino
tenue (atrofia dei
villi) interferendo con l'assorbimento delle sostanze nutritive. L'unico trattamento
efficace conosciuto è una permanente dieta priva di glutine.
STORIA
Areteo
di Cappadocia,
che visse nella "Mezzaluna Fertile" nel II
secolo, documentò una malattia definita come "affezione celiaca"(Francis
Adams ne
presentò una traduzione nel 1856). Il paziente presentava mal di stomaco
ed era pallido, debole e con diarrea composta feci bianche e maleodoranti; la malattia era intrattabile e suscettibile di ritorno periodico.
Areteo riteneva che il problema fosse una mancanza di calore nello
stomaco, ergo una cattiva digestione con
conseguente diarrea. Egli considerava questo come un male comune alle
donne anziane e imputabile a un'altra malattia cronica o all'abbondante consumo di
acqua fredda.
Nel 1887, il pediatra Samuel
Gee descrisse il morbo nei bambini. Gee studiò le precedenti documenti riportanti della malattia e concluse che una dieta mirata fosse l'unica cura possibile. Gee riconobbe che l'intolleranza al latte e gli alimenti contenenti elevate quantità di amido dovessero essere evitati. Tuttavia, egli
vietò frutta, riso, sago e verdure, mentre
consigliava carne cruda e fette sottili di pane tostato.
Christian
Archibald Herter,
un medico statunitense, scrisse nel 1908 un libro sui bambini celiaci, definendo la malattia "infantilismo intestinale"; notò inoltre che i grassi erano più tollerati rispetto ai carboidrati. Sidney
V. Haas,
un pediatra americano, sviluppò nel 1924 una dieta a base di banane, che rimase "in vigore" finchè non furono definitivamente determinate le cause della celiachia.
(Grazie alle ricerche di questi ultimi, la malattia fu anche chiamata "malattia di Gee-Herter".)
(Grazie alle ricerche di questi ultimi, la malattia fu anche chiamata "malattia di Gee-Herter".)
Il
collegamento del grano alla celiachia fu scoperto dal
pediatra olandese Willem
Karel Dicke, il quale notò che durante la carestia
olandese del 1944 (in
cui la farina scarseggiò e di conseguenza anche pane e derivati), ci fu un calo significativo del tasso
di mortalità tra
i bambini affetti da celiachia, da un dato superiore al 35% a
praticamente zero. Il grano divenne di nuovo disponibile dopo il conflitto e il tasso di mortalità
tornò agli stessi livelli. Il glutine del
frumento è stato stato riconosciuto come causa dei sintominel 1952 da un gruppo di ricerca
di Birmingham. L'atrofia dei villi fu
descritta dal medico inglese John Paulley, nel 1954, grazie
all'osservazione di campioni prelevati durante un intervento
chirurgico. Il carattere ereditario fu riconosciuto nel 1965. Il
26 maggio è stato designato come "giornata internazionale della
celiachia".
DIFFUSIONE NEL MONDO
Studi sulla popolazione in Europa, India, Sud
America, Australia e
negli Stati Uniti indicano che la prevalenza nei bambini può essere
compresa tra lo 0,33 e l'1,06% e tra lo 0,18 e l'1,2% negli adulti, arrivando a circa il 3% nelle
popolazioni che ricevono cure primarie appena accusati i sintomi
gastrointestinali. In Italia si
stima la presenza di circa 380.000 persone celiache (1/150), l'85% dei
quali non presentano sintomi (dette anche asintomatiche). In Italia 135.800 sono
risultate positive al morbo, ma in realtà sono solo un quarto della stima, la quale considera 1 individuo su 100
dell'intera popolazione italiana.
Agli
individui di origine africana, giapponese e cinese raramente
viene diagnosticata la malattia, ciò è anche imputabile al fatto che una gran parte degli
individui celiaci non ricevono una diagnosi.
La
celiachia è una condizione più frequente nelle donne che negli
uomini. Negli Stati Uniti è trovata una prevalenza
dello 0,75% nei gruppi non a rischio, dato che è aumentato a 1,8%
nei pazienti sintomatici, a 2,6% nei parenti di secondo grado di un
paziente con malattia celiaca e al 4,5% nei parenti di primo grado.
Questo profilo è simile a quello europeo. Altri
gruppi che presentano un aumentato rischio di sviluppare malattia
celiaca, con tassi di prevalenza che variano dal 5% al 10%, sono gli
individui con sindrome
di Down e
di Turner, diabete
mellito di tipo 1 e
con malattie
autoimmuni della tiroide,come l'iperattività della tiroide.
Storicamente
la celiachia è stata considerata una delle malattie rare,
con una prevalenza stimata di circa lo 0,02%. I
recenti aumenti del numero di casi segnalati possono essere dovuti ai
cambiamenti nella diagnosi.
SEGNI
E SINTOMI
I
casi di celiachia grave portano a
caratteristici sintomi di diarrea cronica con feci biancastre,
sciolte e grasse e perdita di peso (mancato aumento di peso nei bambini piccoli). Le
persone affette da celiachia più lieve possono avere sintomi meno marcati e che possono presentarsi in altri organi oltre all'intestino.
È anche possibile essere affetti da celiachia ma non soffrire di
alcun sintomo o accusare solo stanchezza
o anemia.
La diarrea si presenta pallida,
voluminosa e maleodorante. Possono essere presenti
dolore addominale e crampi, "pancia gonfia" e ulcere della
bocca. Danni elevati all'intestino possono sfociare in un'intolleranza al lattosio. I sintomi possono essere attribuiti alla sindrome
dell'intestino irritabile e solo in seguito vengono riconosciuti come propri della malattia
celiaca (a questi pazienti viene proposto lo screening per il morbo).
La
celiachia porta ad un aumento del rischio sia di sviluppare
un cancro all'intestino
tenue, che un linfoma al
piccolo intestino.
Questo rischio diminuisce grazie ad una alimentazione appropriata. La
malattia celiaca, se non trattata, può in un lungo periodo di tempo
condurre ad ulteriori complicanze, come l'ulcerazione del digiuno,
un tratto dell'intestino tenue.
I cambiamenti che avvengono nell'intestino, a causa della malattia, lo rendono meno capace di assorbire i nutrienti, i minerali e le vitamine liposolubili A, D, E e K. L'incapacità di assorbire i carboidrati e i grassi può causare una perdita di peso, mancata crescita nei bambini e affaticamento. Un'eventuale anemia può manifestarsi per carenza di ferro (malassorbimento) o come anemia megaloblastica. Il malassorbimento di calcio e vitamina D può causare osteopenia o osteoporosi . Una piccola parte di pazienti rischia sanguinamenti anomali a causa della carenza di vitamina K.
I cambiamenti che avvengono nell'intestino, a causa della malattia, lo rendono meno capace di assorbire i nutrienti, i minerali e le vitamine liposolubili A, D, E e K. L'incapacità di assorbire i carboidrati e i grassi può causare una perdita di peso, mancata crescita nei bambini e affaticamento. Un'eventuale anemia può manifestarsi per carenza di ferro (malassorbimento) o come anemia megaloblastica. Il malassorbimento di calcio e vitamina D può causare osteopenia o osteoporosi . Una piccola parte di pazienti rischia sanguinamenti anomali a causa della carenza di vitamina K.
DIAGNOSI
Vi
sono diverse prove che sostengono che gli esami
del sangue possono
essere utilizzati per formulare una diagnosi, tuttavia non sono più "validi" se il paziente ha già eliminato i livelli di glutine mediante dieta, dato che l'intestino tende a guarire in poche settimane dall'inizio della dieta stessa. In questi casi è necessario abbandonare la cura per 2-6 settimane.
I
risultati degli esami vengono utilizzati per determinare se vi sia o
meno la necessità di ricorrere alla biopsia endoscopica. Questo
procedimento ha dimostrato avere una sensibilità del
100%, in una popolazione di soggetti con un'alta probabilità di
avere la malattia celiaca.
GASTROSCOPIA
Per
la diagnosi della malattia celiaca, una gastroscopia del duodeno o del digiuno viene
spesso eseguita. È molto importante ottenere campioni multipli dal duodeno, dato che non tutte le aree possono essere colpite allo stesso
modo (può essere estratto un campione sano, risultando quindi come falso negativo).
La
maggior parte dei pazienti con malattia celiaca hanno un intestino
tenue che
appare normale all'endoscopia, tuttavia, vi sono segni rilevabili
durante l'esame riconducibili alla celiachia.
Fino
al 1970, le biopsie erano ottenute utilizzando capsule metalliche
collegate ad un dispositivo di aspirazione. Questo metodo è stato ampiamente sostituito dall'endoscopia
a fibra
ottica,
che porta ad una maggior sensibilità e una minore frequenza di
errori.
DIETA
Attualmente la dieta senza glutine è l'unica terapia. La dieta priva di glutine deve essere
molto rigorosa poiché bastano minime quantità per far ricomparire i sintomi e questa deve essere seguita scrupolosamente per tutta
la vita, dato che non
vi è nessun farmaco disponibile. La stretta aderenza alla dieta permette,
nella maggior parte dei casi, la risoluzione di tutti i sintomi. In molti paesi, i prodotti senza glutine sono considerati al pari dei medicinali, quindi disponibili su prescrizione medica e, in caso, rimborsati
dall'assicurazione sanitaria.
Il termine "senza glutine"
è generalmente utilizzato per indicare un livello di glutine talmente basso da non influire sull'organismo e non la sua assenza completa. Non è ancora definito il livello esatto in cui il glutine è da ritenersi innocuo, tuttavia un recente studio ha provvisoriamente concluso che il
consumo inferiore ai 10 mg di glutine al giorno è da ritenersi sicuro.
La
regolamentazione del marchio "senza glutine", varia
notevolmente di paese in paese. L'attuale Codex
Alimentarius internazionale,
consente ai prodotti contenenti 20 ppm di glutine di rientrare nella
categoria "senza glutine". I
prodotti senza glutine sono di solito più costosi e più difficili
da trovare rispetto agli alimenti comuni.
Anche
seguendo una dieta, la qualità
della vita correlata
alla salute di un celiaco, può essere inferiore rispetto alle
persone prive della condizione. Gli studi effettuati negli Stati
Uniti, hanno dimostrato una qualità di vita diventa paragonabile
alla popolazione in generale, mentre in Europa è risultata
sensibilmente più bassa. Gli
uomini tendono a manifestare un miglioramento più marcato rispetto
alle donne. Alcuni
presentano persistenti sintomi digestivi o dermatite
erpetiforme, ulcere della
bocca, osteoporosi. I sintomi
indicativi di sindrome
dell'intestino irritabile possono
manifestarsi (aumento del livello di ansia,
di fatica,dispepsia, dolore muscolo scheletrico).
Una
piccola minoranza di pazienti, risultano affetti da malattia
refrattaria, il che significa che non migliorano, nonostante una
dieta priva di glutine. Ciò probabilmente avviene perché la
malattia è presente da così tanto tempo che l'intestino non è più
in grado di guarire con la sola dieta o perché il paziente non
aderisce completamente alla dieta o perché consuma inavvertitamente
alimenti contaminati da glutine.
STATO
DELLA RICERCA
Vari
innovativi approcci sono in fase di studio per creare alternative alla dieta. Tutti questi, al 2012,
sono ancora in fase di sviluppo.
L'utilizzo
di grano geneticamente modificato o specie di grano selezionate per
essere minimamente immunogeniche, può consentirne il consumo.
Tuttavia, ciò potrebbe interferire con gli effetti che
la gliadina ha
sulla qualità della pasta.
In alternativa, l'esposizione di glutine può essere minimizzata
assumendo una combinazione di enzimi in
grado di degradare i peptidi nel duodeno.
Trattamenti
alternativi in fase di studio includono, l'inibizione della zonulina,
una proteina endogena correlata alla aumentata permeabilità della
parete intestinale e quindi alla maggior presentazione di gliadina al
sistema immunitario.
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